martedì 15 settembre 2009

I rifrattori acromatici

Il modello più "semplice" di telescopio serio reperibile in commercio è il rifrattore acromatico, diretto discendente dell'antico cannocchiale galileiano.

Esso è composto da una lente che compone l'obbiettivo e da una che compone l'oculare.

Nei primi modelli i raggi di luce di vari colori andavano a fuoco in punti diversi creando la cosidetta abberrazione cromatica; consistente in un alone blu-violetto attorno ad oggetti moto luminosi come la Luna o Giove.

Per risolvere a questo problema venne installata una seconda lente nell'obbiettivo con la funzione di correggere l'abberrazione cromatica.
Da ora in poi gli obbiettivi vennero chiamati "doppietti acromatici" con lo scopo di ridurre questa abberrazione.

Ecco qui un immagine di un oderno rifrattore acromatico:






Oggi non vanno molto di moda tra gli astrofili per via del prezzo, dell'ingombro e del piccolo diametro.
Molti preferiscono i rifrattori apocromatici o i catadiottrici di cui parlerò in seguito.
Il punto di forza dei rifrattori acromatici sta nell' osservazione degli oggetti luminosi del sistema solare e delle stelle doppie.

Ora elencherò i principali pregi e difetti di questa configurazione ottica:

PREGI: ottimi nell' alta risoluzione, insofferenti alla turbolenza atmosferica, privi di ostruzione centrale.
DIFETTI: molto costosi in relazione al diametro, non adatti all' osservazione degli oggetti deboli per il piccolo diametro e per la focale che spesso è lunghina.

Inoltre in questi telescopi è presente ancora un residuo di abberrazione cromatica detto "spettro secondario" che nuoce alle osservazioni di oggetti luminosi e che è attenuabile solo con filtri particolari.
Un altro modo di attenuare lo spettro secondario è di produrre questi strumenti con focali molto lunghe (f 15-f 20) ma in questo modo lo strumento diventa ancora meno luminoso ed ancora più inadatto all'osservazione del profondo cielo.
I rifrattori acromatici cinesi con corte focali vanno evitati in quanto è presente un fortissimo residuo di abberrazione cromatica.

Lo sconsiglio come primo telescopio perché non è economico, ha un diametro piccolo ed è ingombrante








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